Ho parlato con M cinque volte negli ultimi due giorni.
È stato estremamente difficile determinare la sua posizione, dal momento che M stessa sembra avere poche informazioni in merito. “Non ci sono colline, o fiumi, nessun punto di riferimento”, dice, “ci sono solo case, alberi e cetrioli”.
Dopo cinque giorni, tuttavia, io e Moreno abbiamo circoscritto un’area possibile con un raggio di cinque chilometri incentrata su una piccola città, a soli 23 chilometri da dove scrivo. Incontrare M ed aiutarla, però, sarà tutta un’altra sfida.
Ci sono molti ostacoli a nostro svantaggio: il “marito” di M e la sua famiglia, il padre di M in Vietnam, i trafficanti, il maschilismo della cultura cinese e Hmong e anche l’attuale tensione politica tra la Cina e il Vietnam.
Il “marito” di M è un tassista di 25 anni, un uomo “molto comune e bugiardo”, dice lei, la cui famiglia tiene M sotto stretta sorveglianza in casa sua. Ha minacciato M di distruggerle il telefono (suo unico contatto con il mondo esterno) se lo usa per parlare con noi, e farà tutto il possibile per evitare che la incontriamo.
Il padre di M in Vietnam sembra parteggiare per il “marito”, che crede una brava persona. Incita M ad essere una buona moglie obbediente, e non vuole che torni in Vietnam. Purtroppo, M stessa ha cooperato costruire le credenze errate del padre, per nascondere alla famiglia la sua brutta situazione.
Sorprendentemente, ci è stato detto che i trafficanti che hanno venduto M a suo “marito” due anni fa sono ancora in contatto semi-regolare con lui. Minacciata di morte da loro tempo addietro, M è ora preoccupata per la sicurezza mia e di Moreno se ci avviciniamo troppo.
“Potrebbero farvi sparire,” avverte, “non me, ma voi”.
All’inizio di questo mese, i cinesi hanno inviato una piattaforma petrolifera al largo delle contese Isole Paracelse, nel Mar Cinese Meridionale, e un’imbarcazione cinese ha speronato e affondato una nave vietnamita che tentava di entrare nell’area. Gli incidenti hanno aizzato vecchi sentimenti anticinesi in Vietnam, scatenando ondate senza precedenti di scontri e incendi di fabbriche, e le tensioni tra i due Paesi crescono.
I nostri contatti in Vietnam, che hanno salvato e rimpatriato decine di ragazze trafficate dalla Cina, sono attualmente ostacolati nelle loro operazioni dalle relazioni diplomatiche inacidite. Anche riuscissimo ad incontrare M, è difficile dire cosa potremmo fare per aiutarla.
“In questo momento non so cosa fare, sto pensando molto. Vorrei tornare in Vietnam per sempre, con la mia famiglia o con un altro marito o qualcosa di simile, ma in questo momento non posso, sai perché? Perché ho un bambino e se tornassi le mancherei molto, piangerebbe, le mancherei troppo”.
C'è un film Khmer il cui protagonista, dopo essere stato ferito a morte, e privato del suo amore, è schernito con questa frase:
“Ora lo vedi quant’è alta la montagna?”
Penso che stiamo tutti cominciando a vedere quant’è alta la montagna.
Continuiamo l’arrampicata.
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